Pieces of a Woman (2020): Recensione

Pieces of a Woman, recensione del film diretto da Kornél Mundruczó. Disponibile in streaming su Netflix dal 7 gennaio 2021

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

L’ambientazione tetra e un ritmo lento, che tanto spesso mi hanno ricordato Manchester by the Sea, riflettono in Pieces of a Woman il tormento di una donna che ha appena sofferto la perdita di un figlio durante il parto. Quello di Kornél Mundruczó è un film ben riuscito che riesce a trattare il tema del lutto con un realismo e una delicatezza commoventi.
Vanessa Kirby ci emoziona con un’interpretazione da Oscar, ma un’onorevole menzione va anche a Ellen Burstyn, sublime in tutte le sue rare linee di dialogo.

Martha (Vanessa Kirby) e la madre (Ellen Burstyn) in una scena del film

Pieces of a Woman è sicuramente un riuscito tentativo di rappresentare in fotogrammi l’affronto del lutto da parte di una madre, ma è nella sceneggiatura della parte centrale del film che la pellicola smarrisce un po’ la strada: il regista lancia sul tavolo troppi spunti di riflessione che non riesce poi ad approfondire in maniera adeguata, risultando in una serie di scene accumulate con il solo scopo di unire le sequenze necessarie e memorabili. Il film compensa comunque con la scelta creativa di alcune riprese (indimenticabile il piano sequenza iniziale che tiene il fiato sospeso per 30 minuti) e con il simbolismo utilizzato (un rigoglioso finale che vale più di mille dialoghi).

Un film così pieno zeppo di simbolismi trova per forza la sua morale. C’è un momento durante il film in cui un personaggio secondario esordisce con la seguente frase: “L’altro giorno il pastore stava facendo un sermone, e ha detto una cosa profondissima: il tempo guarisce ogni ferita.” La banalità dell’insegnamento in contrasto con le aspettative dello spettatore è qui enfatizzata, proprio a dimostrare come l’intera opera di Mundruczó lotti contro il tentativo di ridurre il lutto a qualcosa che solo il tempo potrà cancellare. Il ricorrente ponte in corso d’opera -simbolo di accettazione del lutto- conclude la sua costruzione solamente nel preciso momento in cui la protagonista ha imparato ad accettare l’accaduto e quindi a “camminarci” sopra. Il percorso è ancora tanto lungo e tortuoso, ma ciò che una volta era un seme d’intralcio ha adesso imparato l’arte e la capacità di rigenerarsi.

La protagonista in una delle scene finali di Pieces of a Woman, disponibile su Netflix