Outlander (2014-in corso): Recensione

Outlander, recensione della Serie tv ideata da Ronald D. Moore e basata sull’omonima saga di romanzi della scrittrice Diana Gabaldon, prodotta da Starz in associazione con Sony Pictures Television

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

Se volete essere trasportati in luoghi dalle atmosfere misteriose, antiche e magiche, non potete assolutamente perdervi questa serie tv. Fa da sfondo alle vicende la Scozia delle Highlands, il luogo in cui nel 1945 Claire (Caitriona Balfe) e Frank Randall (Tobias Menzies), giovani sposi separati dalla Guerra – Claire è un’infermiera volontaria e Frank è uno storico e un accademico che ha servito nell’esercito britannico –, decidono di trascorrere una seconda luna di miele.
I due si trovano a Iverness, una località ancorata alle tradizioni, anche mistiche, scozzesi: lo stesso Frank Randall vive un’esperienza surreale, credendo di avvistare, sotto la pioggia battente, un uomo che guarda in direzione della finestra della stanza di Claire, dopo che è saltata la corrente. Frank tenta di avvicinare l’uomo misterioso ma, in un battibaleno, lui non è più lì, sparendo come se fosse un fantasma.
Lasciandosi alle spalle questo strano incontro, la mattina dopo Claire e suo marito decidono di visitare il posto, recandosi sulle colline: con grande stupore si ritrovano davanti ad un affascinante cerchio di pietre, chiamato Craigh na Dun. Accorgendosi di non essere soli, i due sposi si nascondono e assistono ad un magico rituale druido che vede alcune donne danzare e intonare canti intorno alle pietre megalitiche.

Quando le donne si allontanano, Claire e Frank risalgono la collina per ammirare più da vicino il cerchio: l’uomo, da accademico, è incantato dalla storia di quel luogo, mentre Claire è attratta da uno strano e insistente ronzio. Non sembra che suo marito riesca ad udirlo, eppure quel suono proviene quasi certamente da una delle pietre.
Claire allunga una mano per toccarne la superficie e… scompare.
Frank è da solo in mezzo al cerchio di pietre, non riuscendo a capire che fine abbia fatto Claire.
Lei, invece, è sempre in Scozia, sempre nella regione delle Highlands, ma lontano da suo marito di ben 202 anni. È il 1743.
Spaesata e senza sapere di aver viaggiato nel tempo, Claire si guarda intorno per ritrovare le pietre o una strada per Iverness. Improvvisamente, viene travolta da un gruppo di uomini a cavallo, uno dei quali – il capitano delle Giubbe Rosse, Jonathan Randall – si accorge di lei e tenta di violentarla. La donna si divincola e viene salvata da un componente del clan dei MacKenzie, scozzesi in rivolta contro la volontà, da parte della Corona, di annettere la Scozia al Regno di Inghilterra.

Da qui comincia la seconda vita di Claire, una vita parallela a quella vissuta fino ad allora nel XX secolo. Le sue conoscenze di Storia e del mestiere di infermiera, le permettono di cavarsela in un mondo in cui le donne non hanno alcuna voce e sono ancora messe al rogo se sospettate di stregoneria.

Nel clan MacKenzie, i cui membri inizialmente non si fidano di lei, Claire diventa una “guaritrice”, attenta a non rivelare di avere conoscenze mediche avanzate di ben oltre due secoli. Ma aver guadagnato questa posizione nel clan non è sufficiente: la donna, infatti, viene costretta a sposare il nipote del capo del clan, il giovane Jamie Fraser (Sam Heughan).
Pur se non immediatamente, tra i due sboccia un amore travolgente, che porta Claire a pensare che ora la sua vita sia nel XVIII secolo.
Le avventure, gli scontri con le Giubbe Rosse e in particolare il capitano Randall, portano Jamie e Claire, nel corso delle stagioni, nei luoghi più disparati: oltre alla Scozia, le vicende si svolgono nella Parigi della rivolta giacobita, in un’America in cui non esiste ancora la Dichiarazione di Indipendenza e, tra questi viaggi, non è nemmeno escluso il ritorno al XXI secolo.
Le diverse ambientazioni vengono accennate nella sigla di ogni stagione che, pur essendo sempre lo stesso brano – The Skye Boat Song –, viene continuamente arrangiata e arricchita di elementi sonori, indizi, insieme alle immagini, di ciò che avviene nel corso delle puntate.
Come si pretende dalle serie tv che ripercorrono vicende storiche, i costumi e le scenografie sono curati nei minimi dettagli, trascinando lo spettatore indietro nel tempo.
Unico difetto, oserei dire, è il ritmo lento che caratterizza i primi quattro episodi della prima stagione: tuttavia, consiglio vivamente di superare questo ostacolo perché ne sarà valsa certamente la pena.
Ottima recitazione ed enorme affiatamento tra i due protagonisti, interpreti di Jamie e Claire. La serie è avvincente, divertente, non priva di colpi di scena e racconta, forse, la più bella storia d’amore di sempre.