The Undoing (2020): Recensione

The Undoing, recensione della miniserie televisiva ideata da David E. Kelley e diretta da Susanne Bier. Disponibile su SKY Atlantic Italia dall’8 gennaio 2021

MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

The Undoing è una serie basata sul romanzo Una Famiglia Felice di Jean Hanff Korelitz diretta da Susanne Bier e scritta da David E. Kelley, ideatore di una delle serie migliori degli ultimi anni, Big little lies. La storia parla di Grace Fraser (Nicole Kidman) una psicoterapeuta facoltosa che vive a Manhattan insieme al figlio adolescente e al marito Jonathan (Hugh Grant), un pediatra oncologico. I due fanno parte dell’alta borghesia newyorkese, condividendo un rapporto di amore e fiducia ben consolidato. Le loro vite verranno sconvolte dall’assassinio di Elena Alves (Matilda de Angelis) che rivoluziona il mondo patinato e borghese in cui vivono. Dopo il ritrovamento del corpo della vittima, tutti i riflettori sono puntati sulla famiglia Fraser a causa della scomparsa del marito Jonathan.

Le verità non dette
Le verità non dette, Il sottotitolo italiano della serie, sono quelle che contraddistinguono la vita di una famiglia apparentemente felice, ma che si scopre piena di menzogne e di scheletri nell’armadio. La famiglia borghese perfetta in cui tutto si sgretola è ormai un topos, un’idea forte alla base di milioni di film e serie. The Undoing è una variazione sul tema, senza molta originalità, ma con molte frecce nel suo arco. La serie parte da un omicidio per parlare dell’ipocrisia, non solo del mondo dei ricchi, ma anche di tutti i rapporti umani, che portano a dubitare anche di chi è vicino. Un argomento classico ma sempre efficace.

Un thriller ben costruito
The Undoing è un thriller ben costruito che segue alla perfezione tutte le regole del genere. Nonostante la poca credibilità di alcune svolte narrative, riesce a far rimanere il pubblico incollato fino alla fine. Una volta iniziato, le 6 puntate scorrono velocemente e si vuole assolutamente sapere come vada a finire. Al netto di molte facilonerie e di vari passaggi che non tornano, non si può non lodare una serie in cui finalmente si susseguono numerosi eventi. Ciò che dovrebbe essere alla base di qualsiasi narrazione televisiva e che molte serie hanno dimenticato, inseguendo l’autorialità a tutti i costi. Lo sceneggiatore David E. Kelley sa come agganciare il pubblico, infatti alla fine di ogni puntata c’è un colpo di scena notevole come nelle serie della cara e vecchia tv generalista.

La caratterizzazione dei personaggi
I difetti si notano soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi. Il matrimonio tra Grace e Jonathan sembra felice ed invidiato, Grace è una donna generosa e Jonathan un uomo dedito al lavoro. I personaggi, puntata dopo puntata, però mostrano varie sfumature della propria personalità, diventando sempre più ambigui. Spesso i loro comportamenti sono poco coerenti e credibili, rivelando delle ferite del passato un po’ ridicole da soap opera. Lo si vede anche nella descrizione della vittima. Elena è una figura ambigua e sessualmente aggressiva ma non si scopriranno mai lei sue vere intenzioni. Così come il padre di Grace (Donald Sutherland) personaggio interessante ma che non ha molto senso nell’economia della storia.

Nicole Kidman e Hugh Grant
Molto dell’interesse verso The Undoing è dovuto ai due attori protagonisti. Colpisce vedere insieme Hugh Grant e Nicole Kidman, invecchiati ma con lo stesso carisma. Una coppia che venti anni fa, con un film insieme, avrebbe sbancato i botteghini. La Kidman con la sua bellezza algida è perfetta per il ruolo, anche se il troppo lifting le regala un’unica espressione perennemente accigliata. Hugh Grant all’inizio sembra interpretare un qualsiasi suo personaggio dei tempi d’oro, solo un po’ invecchiato, ma poi ci regala uno dei suoi migliori ruoli di sempre. La rivelazione della serie è l’italiana Matilda De Angelis, che recita in inglese perfettamente, anche se sparisce subito, è una presenza che resta.

Un finale deludente
Il finale è piuttosto deludente, troppo convenzionale e scontato. The Undoing resta comunque un guilty pleasure, un prodotto facile e bevibile, senza alcuna ambizione o grande profondità, ma che si lascia guardare con piacere. Un intrattenimento popolare da cui molti scrittori di serie potrebbero prendere appunti.