Arma letale (1987): Recensione
Arma letale, la recensione del film diretto da Richard Donner nel 1987, capostipite della celebre saga con protagonisti Mel Gibson e Danny Glover. Uscito nelle sale italiane l’11 settembre 1987
VOTO MALATI DI CINEMA (9 / 10)
Richard Donner dirige “Arma letale” nell’ormai lontano 1987, dando vita al primo capitolo di quella che poi diventerà una delle saghe d’azione più amate di tutti i tempi. Grazie al binomio vincente formato da un Mel Gibson e un Danny Glover d’annata, ed al suo co-produttore Joel Silver, autentica garanzia del genere action, reduce dai successi di “Commando” e “I guerrieri della notte”, Donner confeziona una delle pellicole più sensazionali ed adrenaliniche mai viste prima. Un film che vanta anche una meravigliosa colonna sonora che è il suo stesso biglietto da visita, curata da David Sonborn e Michael Kamen, con il contributo alla chitarra di Eric Clapton. Una vera e propria pietra miliare, specialmente per chi ha avuto la fortuna di crescere durante gli epici anni ’80 e ’90 e che ne ha letteralmente fuso il VHS, alternando la visione con gli altri Buddy Movie, con la saga concorrente di Die Hard e con tutta quella sfilza di film d’azione che hanno avuto un ruolo cruciale nel definire i gusti di molti cinefili cresciuti in quel ventennio.
“Arma letale” si svolge a Los Angeles ad una manciata di giorni dal Natale. Il sergente Martin Riggs (Mel Gibson) è un poliziotto che vive sulla spiaggia in una roulotte malridotta insieme al suo cane Sam, e che ha letteralmente i nervi a pezzi a causa della recente dipartita di sua moglie. Ex berretto verde, nonché esperto di arti marziali e tiratore scelto, viene trasferito alla omicidi per essere affiancato al sergente Roger Murtaugh (Danny Glover), padre devoto e marito affettuoso, la cui vita verrà sconquassata dai modi impulsivi e spericolati del nuovo collega. I due verranno chiamati ad investigare su un omicidio collegato ad un ingente traffico di droga e, tra sparatorie e rapimenti, impareranno a conoscersi e a diventare, non solo colleghi affiatati, ma anche grandi amici.
“Cinquant’anni! Che bel compleanno… No, dico io ho 50 anni! Presto servizio da vent’anni, neanche un graffio sulla pelle, nessuna cicatrice, ho una moglie, dei figli, la casa, la barca da pesca, e adesso devo dire addio a baracca e burattini perché il mio compagno ha il chiodo fisso di farla finita!”
La bellezza di “Arma letale” sta nella sua semplicità, fatta di dialoghi esilaranti e sboccati, scazzottate e da spettacolari sequenze d’azione, con un’indagine di polizia che funge da pretesto per esibire la perfetta collisione tra i due protagonisti. A parte un inizio poco idilliaco tra Riggs e Murtaugh, durante il quale scopriamo che il buon Martin è talmente stravolto dall’improvvisa morte della moglie da subire il fascino della sua stessa pistola, i due a poco a poco finiscono per fraternizzare, fino a rendersi conto di essere due facce della stessa medaglia e, di conseguenza, un’accoppiata vincente.
Roger infatti è un bravo poliziotto grazie alla sua razionalità e alla sua indole mite, adagiato in un’esistenza tranquilla, ben ripartita tra il lavoro e il calore del focolare, mentre Martin, forgiato nello spirito anche dallo spettro del Vietnam, crolla sotto il peso del lutto improvviso e di quella famiglia che pensa non poter avere mai più. Almeno fino al fatidico incontro col nuovo collega, ambientato non a caso nei giorni che precedono il Natale, che non è solo il giorno dell’anno più atteso da molti, per le sue atmosfere suggestive, le tavole imbandite e i regali. È anche il giorno dell’anno che detiene un triste primato: è infatti quello in cui si registra il più alto tasso di suicidi nel mondo. Un piccolo ma fondamentale dettaglio ai fini della trama, che sottolinea quanto Riggs sia una bomba ad orologeria e quindi, un’arma letale.
Riggs non ha solo una mira infallibile e una lunga sfilza di colpi mortali in inventario.
Riggs non ha paura di morire.
È questo che fa di lui, più di ogni altra cosa, un’arma letale.
“A 19 anni ho fatto fuori un tizio nel Laos a 900 metri. Un colpo di fucile con vento forte. Ecco, vedi, solo…otto, dieci persone al mondo sono capaci di farlo. Uccidere è la cosa che mi viene meglio”
Impreziosito anche dai sette minuti di scene inedite disponibili nel Director’s Cut DVD, “Arma letale” è un film d’azione a cui ci si affeziona facilmente e che fa sempre piacere rivedere. Una pellicola esplosiva dal dolce lieto fine, in cui i protagonisti si salvano la vita a vicenda ed in cui Riggs, l’anti-eroe imprudente, ritrova la voglia di vivere grazie alla sua nuova famiglia, che lo accoglie per la cena di Natale sulle note di “I’ll be Home for Christmas” di Elvis Presley, sigillando così un patto fraterno destinato a durare negli anni a venire.