Racconti goliardici: Titanic (1997)


Titanic, film del 1997 diretto da James Cameron con protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, raccontato in chiave goliardica!

Nel 1997 usciva Titanic, un film che dura più di 3 ore, pause cesso escluse, e che è costato come una Ferrari al minuto. La leggenda narra che James Cameron (il regista che quando deve girare un film non bada a spese, come un nonno coi nipoti a Natale) aveva messo un rasoio nel camerino e aveva detto al suo staff: “Ah regà se annamo de chiatto co sto film, prennete quer rasoio e ammazzateme voi perchè già c’ho i strozzini sotto casa!”. Ma le cose invece gli sono andate pure troppo bene, talmente tanto che ancora prende le mazzette sotto banco dagli psichiatri di tutto il mondo, che quando è uscito il film si sono ritrovati con l’agenda piena di persone che andavano al cinema tutti i giorni per vedere a random DiCaprio che schiatta in mezzo al mare attaccato a una porta.

Ma partiamo dall’inizio: la storia comincia con Jack Dawson, un morto di fame che vince a carte 2 biglietti per andare in America col Titanic. Pensa che culo.
Si porta dietro quel povero disgraziato di Fabrizio, che già s’era incazzato perché pensava di aver perso tutti i soldi nell’ultima mano. Contenti, salgono sulla nave urlando come due ragazzini che entrano a Mirabilandia per andare sul Katun. I deficienti ancora non sanno che la nave sta per infrociare addosso ad un iceberg in mezzo al nulla.
Ovviamente sul Titanic c’è pure Rose, di buona famiglia ma con le famose “pezze ar culo” più di Jack, che si imbarca sul transatlantico insieme alla madre, una vipera roscia sputasentenze che la vuole sistemare a tutti i costi con un riccone belloccio ma stronzo, talmente tanto stronzo che te ne accorgi pure da lontano, e che per praticità chiameremo “Sto Kauser”.
Rose invece, che è nevrotica e dal vaffanculo facile, è una ragazza gagliarda e tosta, di quelle che al giorno d’oggi le vedi correre in pista a Vallelunga o su un caccia militare a tirare missili ai talebani, ma nel 1912 la donna poteva prendere decisioni con lo stesso ritmo con cui io mi metto a dieta, ossia una volta ogni vent’anni.
Esausta della roscia schizza veleno e di Sto Kauser, Rose tenta il suicidio. Ma con calma. Ci ragiona pe ‘na mezz’oretta, attaccata alla poppa del Titanic. Il tempo che basta per attirare l’attenzione del povero Jack che stava sdraiato su una panchina, beato per i cazzi suoi, a fumare la sigaretta prima della pennica, che dopo pane e salame è la morte sua. Il disgraziato corre, ci parla e la convince a non buttarsi, con lo stile di un negoziatore a colloquio con un terrorista imbottito di dinamite. Ma la scema scivola dalla ringhiera e Jack, pure che scoppia di sonno e c’ha l’occhi abbottati de sangue, la tira su e la salva. Non può ancora sapere che salvare quella cacacazzi significa non poter salire sulla porta e che quindi creperà in uno dei modi peggiori che Dio abbia mai concepito. Non solo, si prende anche un bel cazziatone, perché Sto Kauser per un attimo sospetta che Jack stesse facendo tutt’altro con la donna sua, ma poi capisce più o meno la situazione (diciamo pure che gli fregava meno di un cazzo di quello che era successo) e giustamente, perché è signore lui, offre una cena in prima classe al morto di fame che viaggia nella stiva insieme ai sorci.
Dopo, in preda a una botta da matto, Sto Kauser regala a Rose un diamante che pesa come un prosciutto cotto, talmente brillante che per legge va guardato con la visiera da saldatore. Sto Kauser, poveraccio, non sa più come chiedere a Rose un bel collaudo pre – nozze, e così ha impegnato pure gli orecchini de pora nonna per comprale quella patacca, ma lei non fa una piega e lo manda in bianco un’altra volta. Anzi, lo schifa così tanto da premeditare anche un altro sfregio: infatti da vecchia, come ultimo desiderio, decide di buttare quel costosissimo gioiello a mare.

Per peggiorare ulteriormente la situazione, Rose viene colta da vampate di calore improvvise appena vede Jack e pure lui quando la vede sente un friccichio da mutanda irresistibile. Così ad un certo punto, non sapendo più come far capire al morto di sonno che è disponibile, si spoglia, si sdraia su un divano e gli chiede di farle un bel ritratto a matita. Dopo averne rotte circa 158, Jack finalmente capisce l’antifona e la porta, come ogni prima botta giovanile che si rispetti, in macchina. 3 secondi scarsi, condensa come a Milano e una bella manata sul vetro… che porca miseria, non viene più via!
Rose è troppo contenta però, perché pure se è durato poco, ha perso un chiletto buono con quella sudata. Una felicità che svanisce subito perché Capitan Findus intruppa l’iceberg proprio in quel momento e squarcia la fiancata del Titanic.
Succede un cazzo di macello: i marinai presi dal panico mettono 3 massimo 4 passeggeri per scialuppa, chi se butta di sotto, chi se mena, chi se spara perché giustamente gli è partita la brocca in mezzo a quel casino, con Capitan Findus che s’è chiuso a chiave dentro la cabina e sta attaccato al timone a guarda’ l’acqua che sale mentre muore di sensi di colpa.

La nave, che si vocifera fosse fatta con la latta delle scatolette del tonno a pinne gialle, si spezza in due, e Rose e Jack si trovano a nuotare in mezzo ad una cazzo di acqua gelata, che pure se il film lo guardi d’estate con 40° gradi all’ombra te viene la suggestione e te infili il cappotto. Insomma, quel povero cristo di Jack trova una porta e Rose ci sale, poi prova a salirci pure lui, ma la signora a cena s’era mangiata pasta e fagioli, una teglia di lasagne e due di parmigiana e giustamente la porta (pure che è de quelle bone, se vede) uno solo ne regge. Lei rimane lì, e canta come una rincoglionita, mentre Jack nel frattempo si congela i capelli, i peli del culo e alla fine schiatta. Rose se ne accorge con tutta calma, quando comincia a sentire la puzza di morto. Si fa un piantarello mentre cerca de staccare quella cazzo di mano morta e congelata dalla sua, poi viene caricata su una scialuppa e tratta in salvo. All’appello afferma di chiamarsi Rose Dawson, che tu dici: “Ma questa l’ha raggirato solo pe fregaje er cognome come fanno l’hacker su internet?”. Ma no! È che Rose pensa: “So sopravvissuta a sto disastro, non ce torno più da quella rompi palle de mi madre e da quello stronzo gelatinato che tira tavolini quando se ‘ncazza!”. Così va per la sua strada e si fa una nuova vita. Impara ad andare a cavallo come un uomo, vomita sulle montagne russe, rutta, scorreggia e alla fine si sposa con uno. Con uno a caso.

In fin di vita, Rose ha comunque dichiarato di essere dispiaciuta per non aver pensato a fare i turni sulla porta come giustamente le ha fatto notare Jim Carrey in “Una settimana da Dio”.