Magdalene (2002): Recensione

Magdalene (The Magdalene Sisters), recensione del film diretto da Peter Mullan, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 30 agosto 2002

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

Potentissimo film del 2002 di difficile digestione questo “Magdalene”, ovvero le case cattoliche dedicate a Maria Maddalena. Siamo nell’Irlanda degli anni ’60 in uno dei tanti conventi cattolici dove venivano rinchiuse le ragazze madri incinta, vittime di stupri spesso familiari o anche semplicemente ragazze giudicate troppo vivaci e incapaci di adattarsi alla società.

Il regista racconta con coraggio quattro storie, purtroppo reali, fatte di soprusi, violenze psicologiche oltre che fisiche, subite delle giovanissime vittime per mano di suore crudeli ed inquietanti con la complicità delle famiglie d’origine ottuse e perbeniste, complici di un sistema moralista, bigotto e retrogrado.

Un ritratto cupo e crudo sul microcosmo del convento e delle sue regole. Non c’è traccia di carità cristiana né di umanità, tutto è annientamento della personalità, malafede e tortura. Un film che denuncia una realtà scomoda spesso taciuta, che racconta pagine di vita vergognose di un paese che è l’Irlanda e non l’Arabia Saudita. E gli anni sono i formidabili sessanta, non il medioevo.

Le ragazze segregate all’interno del convento/lager, lavorano duramente, hanno l’obbligo del silenzio, naturalmente non ricevono visita alcuna, mangiano poco, sono spogliate di tutto compresi i capelli ed i nomi propri; in compenso però pregano molto per poter espiare la terribile colpa di aver avuto rapporti a al di fuori del matrimonio o peggio, di aver subito violenza e quindi non risultare più pure agli occhi di Dio.

E, soprattutto, contribuiscono ad arricchire le sorelle suore che vivono nell’abbondanza accumulando denaro grazie alle donazioni delle famiglie delle disgraziate malcapitate.

Le uniche possibili vie d’uscita sono la morte, o, come nel peggiore degli incubi, il trasformarsi in aguzzine e diventare quindi suore a loro volta.

Un film disturbante, capace di lasciare il segno; anticlericale, anticonvenzionale, lucidissimo, Leone d’oro al Festival di Venezia.

Uno squarcio di verità contro ipocrisia e squallore di una pagina di storia nefasta del cattolicesimo.

Cast con attrici brillanti tra cui spicca Nora-Jane Noone perfetta nella parte di Bernadette.