Io sono Babbo Natale (2021): Recensione

Io sono Babbo Natale, recensione del film diretto da Edoardo Falcone con protagonisti Gigi Proietti e Marco Giallini. Uscito nelle sale il 3 novembre 2021

VOTO MALATI DI CINEMA 7 out of 10 stars (7 / 10)

Alzi la mano chi leggendo il titolo si è messo a ridere o ha skippato bellamente questa recensione, evitato di leggerla…

Peccato, vi perdete qualcosa, e di sicuro vi perdete un gran bel film!

Vi perdete senza dubbio una magistrale interpretazione, l’ultima grande interpretazione, dell’intramontabile ed indimenticabile Maestro Gigi Proietti, e vi perdete uno straordinario e potentissimo Marco Giallini.

E vi perdete senza ombra di dubbio alcuno un bellissimo film, una bellissima storia, secondo me fatta apposta e scritta appositamente non solo per chi a metà ottobre sta già addobbando casa in pieno clima natalizio, con tanto di addobbi, luci, canzoncine e Jingle Bells vari, ma soprattutto e specialmente per chi odia il Natale e non è dotato di grande spirito natalizio, insomma per tutti i Grinch o gli Scrooge all’ascolto… a seconda che siate simpatizzanti e preferiate Jim Carrey oppure un più classico Canto di Natale di Charles Dickens.

Un film, una storia dove c’è tutto, vi sono risa, lacrime, spensieratezza, leggerezza, leggiadria, riflessione.

Vi consiglio di andarlo a vedere, senza tanto storcere il naso, senza tanti preconcetti e senza tanti pregiudizi.

E vi convincerò – credo e spero – con poche parole, senza voler anticipare e spoilerare nulla.

Per cominciare, un grandissimo applauso va al regista Edoardo Falcone, che con alcuni semplici ‘trucchetti’, atti, o gesti, riesce a trasmettere una valenza potentissima e disarmante tramite quei semplici gesti, così carichi, densi, e pregni di riflessione ed anche di rimandi psicologici.

Cominciamo dalla foto che Giallini estrae dal suo portafogli, tutta spiegazzata, e con due buchi, evidenti come il vuoto, il buco appunto, la mancanza segnalata nella propria storia – rispetto alla quale tanto per iniziare, possiamo chiederci come mai tutto questo attaccamento verso questo ricordo, quando invece con le parole si tiene ad evidenziare e a sottolineare, a far presagire tutt’altro…

Come mai porta sempre con sé questo segno, questa traccia di una evidente cicatrice, una foto trattata come un caro cimelio, una reliquia nel proprio portafogli, un oggetto che di solito chiunque si porta sempre dietro con sé, con tanta attenzione e massima cura, al fine di scongiurare ed evitare di venire derubato di questa piccola ricchezza…

E poi, non perdetevi per nessuna ragione le parole più belle che chiunque abbia un passato diciamo ‘fuori dai canoni famiglia-mulino-bianco’ vorrebbe sentire…

Che altro dire se non godetevi questa magia natalizia, questo regalo lasciatoci dal maestro Proietti, la magia, l’incanto dell’arte poetica della sua interpretazione, la delicatezza del suo charme e della sua magistrale presenza, unito a tutto il carme di una poesia natalizia.

E se vi perdete questo film o vi perdete questa recensione per dei preconcetti… be’ peccato…

Già, un vero peccato!