La scuola cattolica (2021): Recensione
La scuola cattolica, recensione del film diretto da Stefano Mordini tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati. Uscito nelle sale il 7 ottobre 2021
VOTO MALATI DI CINEMA (5 / 10)
1975, è l’anno in cui Mordini (Il testimone invisibile, Lasciami andare) prova a catapultarsi con l’atteso lungometraggio, per la prima volta sugli schermi a Venezia78, La scuola cattolica.
Il delitto del Circeo è l’oggetto di analisi del film che comprende simultaneamente le vicende molto dibattute intorno a Diletta e Rosaria, rimasta vittima di brutali torture, e la vita, le abitudini, la quotidianità dei carnefici.
Era un reato contro la morale pubblica, lo stupro, durante gli anni di piombo e la pellicola cerca di illustrare l’evento intorno al quale si è discusso e si è infine giunti a considerarlo un attentato alla persona.
L’inizio è la fine, flashfoward illuminante che inevitabilmente rievoca alla memoria la storica fotografia della sopravvissuta che viene recuperata dall’auto in cui viene rinchiusa. Mordini si serve di numerosi salti indietro nel tempo lasciando spesso a bocca asciutta il fruitore che si aspetta l’evento brutale alla fine di ogni sequenza scandita da schermate che indicano in quante ore o in quanti mesi prima ci addentreremo.
Quiete. Sì, quiete e tranquillità (direi fin troppa) intorno a personaggi che sembrano non avere vita propria. Formalità e menzogna è ciò che trapela, ciò che si sente nell’aria della Roma bene, fra scene silenziose e macabre.
Mordini riavvolge il tempo e la pellicola e di conseguenza i personaggi non maturano, non è possibile entrare in sintonia con nessuno di essi perché non viene data l’opportunità di conoscerli, per non parlare di alcune figure che per la maggior parte del film non sono mostrate e successivamente si rivelano fondamenti della trama.
Davvero torniamo indietro? Davvero è già successo? Sono le domande che sovvengono più spesso.
Se l’autore voleva far percepire l’indifferenza e l’irriverenza dei ragazzini dopo l’accaduto, ci è riuscito, ma in modo completamente sbagliato.
Il film non ha un’anima se non fosse per il contenuto, cioè la trasposizione di un evento tragico che, purtroppo, è realmente accaduto.
Un Memento (C. Nolan) mal riuscito, un Irréversible (G. Noè) che pecca di profondità e di scene di senso compiuto; La scuola cattolica è ricca di drammi familiari ridotti a sessualità e nudità a “gratis” esenti da ogni tipo di collegamento logico o psicologico.
La “facile risoluzione dei problemi”, la noncuranza dei ragazzi educati da famiglie problematiche non regge nella pellicola nonostante sia stato realmente così. Non abbastanza chiaro da far credere che sia possibile lo scorrere dei tempi successivi senza colpe o rimorsi, soltanto un profondo solco gremito di calma piatta.