Arcane (2021): Recensione

Arcane, recensione della Serie animata prodotta da Riot Games e Fortiche Production collocata all’interno dell’Universo League of Legends. Disponibile su Netflix dal 6 novembre 2021

VOTO MALATI DI CINEMA 9 out of 10 stars (9 / 10)

Guardando al panorama cinematografico mondiale ci si rende immediatamente conto di come un genere ne stia facendo da padrone, monopolizzando i botteghini internazionali e polarizzando l’attenzione dei più disparati tipi di spettatore. Infatti, il filone supereroistico, a partire dal 2008, con l’uscita nelle sale di Iron Man di Jon Favreau è andato sempre più consolidandosi fino a portare al maggior incasso della storia del cinema, anche se per un breve periodo, con Avengers – Endgame. Tuttavia, è inevitabile come per ogni tendenza che questa sia destinata a scemare fino ad esaurirsi e ben presto la schiacciasassi imprenditoriale di Hollywood reclamerà la nuova gallina dalle uova d’oro, da sfruttare per ideare prodotti che siano fruibili da quanto più pubblico possibile. Se appassionato di fumetti costituiva una grande fetta di Audience su cui puntare al tempo, oggi appare evidente come il dito si stia inevitabilmente spostando su un’altra larghissima fetta di appassionati di tutto il mondo: i Videogiocatori.

Il tentativo delle grandi case di produzione di sfruttare l’impatto mediatico che un titolo videoludico blasonato potesse creare non è di certo cosa nuova, sin dai primi anni del 2000 si tentò di adattare due mondi che inevitabilmente erano destinati a convergere con, però, risultati altalenanti e per lo più deludenti. Sebbene, come accadde per i Cinecomic precedentemente, il filone si presentava disomogeneo e senza una vera e propria progettualità, appare chiaro come il numero di film trasposti da videogiochi stia aumentando a dismisura, regalandoci di tanto in tanto titoli apprezzabili e godibili nel loro intento di essere puro prodotto di intrattenimento.

Non è sicuramente il caso di Arcane, serie tv Netflix che non si presenta unicamente come prodotto di intrattenimento volto a far conoscere a quante più persone possibile il materiale originale, bensì, un’opera artistica completa e lodevole nella sua realizzazione. Il progetto nasce dalle file di Riot Games, celeberrima casa di produzione videoludica nota ai più per League of Legends (LoL), che ha deciso di produrre una serie animata basata sui personaggi che popolavano il famoso MOBA, o Multiplayer Online Battle Arena, sottogenere videoludico a cui LoL appartiene. Il progetto venne affidato, quindi, alla Fortiche Prodution che ha saputo tirare su un prodotto la cui cifra stilistica ha catturato l’attenzione del pubblico fin dalla pubblicazione dei primi 3 episodi. Si parla, infatti, di una tecnica di animazione 2D mista 3D che regala delle scenografie e delle immagini mozzafiato, unite ad una animazione fluida e curata.

La serie narra le asprezze di una lotta di classe, una guerra ideologica tra prevaricatore e prevaricato, la moderna e tecnologica Piltover e la cupa e decadente Zaun, città rilegata nel sottosuolo e continuamente insidiata e martoriata dalla morsa stretta di una società che ne vuole spremere tutte le risorse a proprio uso e convenienza. Le Vicende sono raccontate attraverso i punti di vista di entrambe le fazioni, la prima rappresentata da Jayce, visionario e brillante scienziato che vuole sfruttare la sua conoscenza per il bene dell’intera popolazione e, dall’altra, Vi e sua sorella Powder che cercano di sopravvivere in un contesto povero e incattivito e ribaltare le condizioni socio-politiche in cui riversa la propria gente.

I protagonisti provengono direttamente dal macrocosmo di League of Legends, che consta di ben 140 personaggi ognuno con la propria Lore, affiancati da comprimari e secondari incredibilmente sfaccettati e mai banali nelle loro intenzioni. Infatti, nonostante Vi, Powder, Jayce e Viktor siano il fulcro attorno al quale ruota la narrazione le loro azioni sono influenzate dall’interazione con comprimari e secondari, ognuno con un proprio Background ed una propria motivazione, che sia essa condivisibile o meno, sempre comprensibile. Il tutto è incorniciato da scenari suggestivi antitetici, Piltover è elegante, luminosa e sfarzosa, al suo interno i numerosi scienziati vengono foraggiati per permettere il costante progresso tecnologico che permetterebbe, ancor di più, di intensificare gli scambi commerciali che arricchirebbero ancora di più la sua classe dirigente. Zaun, al contrario, è buia, sporca, quasi si potesse percepire il tanfo dei suoi vicoli, se a Piltover lo stile Barocco contorna le giornate mondane dei ricchi abitanti, a Zaun uno stile SteamPunk decora le risse tra gang, le rapine e le piazze di spaccio.

La Narrazione ricorda la struttura classica di un film occidentale, ovvero la ideale divisione della pellicola nei canonici 3 atti che vanno a scandire gli avvenimenti messi in scena. Non a caso, infatti, la serie viene presentata e distribuita in blocchi narrativi di 3 episodi, in cui riusciamo a riconoscere facilmente una parte iniziale, una parte centrale e la conclusione. Tre mini cicli narrativi che, nonostante trattino eventi diversi, hanno il pregio di mantenere sempre una elevata qualità del prodotto.

Durante il normale dispiegarsi delle vicende narrative i disegni riescono a catturare l’attenzione dello spettatore e trascinarlo dentro un mondo completamente nuovo, almeno per chi non conoscesse il materiale di partenza, e lasciarlo a bocca aperta per la spettacolarità delle immagini, che si presentano notevolmente accurate in ogni loro piccolo dettaglio. Tutto possibile anche grazie alla complicità di una regia molto ispirata nei suoi movimenti di camera replicati digitalmente e una fotografia semplicemente spettacolare. Mi vengono in mente sequenze come quella finale contornata da una gigantesca luna rossa, oppure dal montaggio alternato tra Jayce e Victor in due momenti opposti e contrapposti della loro vita.

Se da una parte il comparto tecnico cattura lo spettatore una sceneggiatura ben scritta, coerente e ricca di colpi di scena riesce a tenerlo incollato al divano. I personaggi sono ben scritti e, soprattutto, ben caratterizzati (caratteristiche che basterebbe a fare le fortune di una serie televisiva). Tutto quello che vediamo in scena è motivato e comprensibile, permettendo allo spettatore di empatizzare con la moralità che muove i diversi personaggi, nessuno viene appiattito da una semplice targettizzazione di “buono” o “cattivo”, ma per lo più mossi da ideali narrati intellegibilmente. Alla fine della nona puntata, e quindi nel Season Finale, la sensazione è quella di aver assistito ad un ottimo arco narrativo nel quale ogni personaggio ha compiuto la sua evoluzione coerente con quelle che erano state le premesse iniziali e sfruttando al massimo il concetto, applicato in fase di scrittura, di “semina e raccolta”.

In definitiva, Arcane, è una delle migliori serie Fantasy degli ultimi anni. Una sceneggiatura particolarmente ispirata e un compartimento tecnico eccelso hanno elevato quest’opera a vero e proprio capolavoro di genere, un punto di partenza per i futuri professionisti che si vogliono approcciare al genere.

Credit Photos: Netflix