π – Il teorema del delirio (1998): Recensione


π – Il teorema del delirio, recensione del film diretto da Darren Aronofsky con protagonista Sean Gullette. Uscito nelle sale statunitensi il 10 luglio 1998

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

“La natura parla attraverso la matematica”

È la frase che viene ripetuta più volte da Max Cohen (Sean Gullette), genio della matematica, il quale è fermamente convinto che esista una legge che sia in grado di predire gli sviluppi della Borsa. Vive la sua intera vita alla strenua ricerca di una serie di numeri che secondo lui governano ogni elemento del mondo. Il protagonista entra in contatto anche con un ebreo ortodosso, il quale gli spiega come ad ogni lettera dell’alfabeto corrisponda un numero. Totalmente distaccato da tutto ciò che lo circonda, Max sembra essere giunto alla conclusione che tanto desiderava. Ne parla con il suo amico Sol, il quale gli consiglia caldamente di desistere da ulteriori ricerche in quanto gli fa notare che la sua salute mentale iniziava ad essere realmente compromessa.

Successivamente il protagonista viene rapito e poi condotto al cospetto del rabbino, il quale gli rivela che il vero nome di Dio non è altro che la traslitterazione della serie numerica da lui scoperta e gli rivela di essere disposto a qualsiasi cosa pur di avere quella serie. Max decide di ribellarsi a tale condizione e fugge così dalla sua stessa razionalità e anche dalla propria esistenza.

Girato totalmente in un bianco e nero contrastato, disturbante ma allo stesso affascinante che non può di certo lasciare indifferenti. Il tema è sorretto da una tecnica ben solida impostata su improvvise accelerazioni e attenzione ai dettagli, è possibile inoltre notare una sfumatura ossessiva a tratti paranoica che scandisce il ritmo dell’intero film.

L’atmosfera paranoica e disagiante in cui ci veniamo a trovare è decisamente enfatizzata da una colonna sonora ipnotica, schizofrenica, a tratti disturbante. Un climax in ascesa all’interno del quale il protagonista sembra aver finalmente trovato il suo scopo quando si ritrova all’interno di una setta di ebrei ortodossi e di alcuni pezzi grossi di Wall Street, tutti intenzionati ad impadronirsi del codice numerico. Questo provoca in lui l’aumento incessante di emicranie, le quali incrementano inverosimilmente l’intensità al punto di procuragli allucinazioni a dir poco spaventose.

“Ovunque in natura esistono degli schemi”. La ciclicità delle epidemie, la ciclicità delle macchie solari, le piene e le secche del Nilo. Per tutto c’è un ordine ma anche caos, e questi due elementi convivono e si sfiorano.