Priscilla (2023): Recensione

Priscilla

Priscilla (2023) : Recensione

Priscilla, recensione del film diretto da Sofia Coppola con protagonsta Cailee Spaeny. Uscito nelle sale statunitensi il 3 Novembre 2023.

VOTO MALATI DI CINEMA 5 out of 10 stars (5 / 10)

In “Priscilla” Sofia Coppola abbraccia la giovane promessa sposa di Elvis già ricco famoso e osannato dalla massa e ci racconta, con dovizia di particolari che non tralasciano la trasformazione fisica del personaggio che è manifesto del cambiamento psicologico interiore, la vita di una bambina che s’innamora, diventa donna, adulta, moglie e madre e capisce che la sua salvezza e il suo benessere psico-fisico potrà concretizzarsi solo lontano da quel primo amore così speciale ma altrettanto tossico.
 
“Priscilla” è un omaggio alla moglie del grande personaggio pubblico Elvis già celebrato nel biopic di Baz Luhrmann “Elvis”, idolo delle folle, carismatico e trascinatore, mito indiscusso del rock ‘n roll, icona che ha saputo resistere alla patina del tempo e la cui fama risplende ancora oggi senza cedimenti.
 
La macchina da presa indugia in spazi sempre piccoli che si fanno angusti e claustrofobici. Le stanze della faraonica Graceland sono piccole prigioni dotate di ogni comfort ma rimangono sempre gabbie che hanno il compito di imprigionare chi si ama o si crede di amare per tenerlo sempre a disposizione ma soprattutto per non farlo scappare via lontano e per sempre. “Priscilla” è anche un piacevole excursus nella moda e nel costume degli anni 60 che mostra come si presentava una ragazza di buona famiglia in pubblico e come si poteva osare con abiti, trucco e acconciature quando si diventava personaggio pubblico.
 
Priscilla è descritta timida e impacciata ma anche molto determinata a raggiungere il suo angolo di paradiso. Viene mostrata remissiva, accondiscendente ma mai sprovveduta e succube. La sua decisione finale è prova indiscussa di carattere e avviene solo dopo aver conquistato il suo status di “moglie di” e “madre di”. La debolezza principale del film risiede nel riproporre da parte della regista uno schema già sviluppato in altre sue pellicole precedenti. Priscilla sembra spesso specchiarsi nella Maria Antonietta del 2006, sia per quanto riguarda il ritratto adolescenziale che restituisce, sia per l’estetica edulcorata e romantica che è la cifra predominante ma anche per l’utilizzo di musica contemporanea.
 
Un peccato non aver potuto ascoltare nemmeno una delle tante canzoni del vasto repertorio musicale di Elvis ma questo è sintomo evidente di come questo film sia stato accolto dall’altro ramo della famiglia. Ci si accontenta perché le musiche curate da Thomas Mars dei Phoenix sono un buon compromesso, e si affida ad un pezzo iconico qual è “I Will Always Love You” di Dolly Parton che ha contribuito già in passato al successo di un altro lungometraggio l’uscita di scena di Priscilla in fuga verso una nuova vita.
 
Il film celebra un personaggio di secondo piano che racchiude in sé molte sfaccettature ma che non vengono indagate sacrificando tutto all’altare dell’ovvio.
 
Una ragazzina sedotta dal fascino prepotente di un uomo all’apice del successo che rimane incastrata in una vita di finzione e in funzione di che non le regala vera felicità ma perpetua solo il sogno di essere la donna di un mito vivente. Il film purtroppo racconta solo una verità basandosi sul libro “Elvis and me” scritto da Sandra Harmon e dalla stessa Priscilla che è anche produttrice della pellicola.
 
Un film che rimane compresso e non brilla certamente per audacia. Da Sofia Coppola ci si sarebbe aspettato più coraggio e invece in questo caso esce un racconto frenato come se fosse imbrigliato senza la possibilità di espandersi alla sua massima potenza.