Empire of Light (2022): Recensione

Empire of Light (2022): Recensione

Empire of Light, recensione del film scritto e diretto da Sam Mendes. Uscito nelle sale statunitensi il 9 Dicembre 2022.

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

Empire Of Light è un film scritto e diretto da Sam Mendes. “È una storia d’amore sulla bellezza dell’idea del cinema”. Così il regista britannico descrive il suo nuovo film.

Ambientato nel 1980, la protagonista Hilary, interpretata da una bravissima Olivia Colman, lavora all’Empire Cinema. La donna trascorre le sue giornate tra lo stand di dolciumi, la postazione dei biglietti e la pulizia della sala. Saltuariamente ha una relazione con il suo capo. Un giorno entra a far parte dello staff Stephen, ragazzo di colore, che non essendo stato preso all’università per studiare architettura, ripiega con il lavoro al cinema. Il legame che si crea tra Hilary e Stephen diventa sempre più forte, ma tra lunghe chiacchierate e gite fuori porta cominciano ad intravedersi alcuni atteggiamenti strani da parte della donna.
Hilary infatti soffre di depressione. Qualche tempo prima è stata ricoverata in una clinica psichiatrica ma forse non sarà l’ultima. Infatti, dopo alcune vicissitudini, la donna ricadrà in questo tunnel che la porterà ad assentarsi da lavoro. La donna ritorna a lavorare dopo qualche settimana quando lei e i suoi colleghi ma soprattutto Stephen, subiscono degli attacchi da parte del Fronte Nazionale…

Il tutto mostrato attraverso la fotografia vivida e reale di Roger Deakins che rappresenta insieme alla Colman, la qualità migliore del film. Il film racconta la storia d’amore di due persone diverse tra di loro, capaci di capirsi e intendersi per come sono realmente in un contesto che ha una società ostica alle spalle. È un film sulla solitudine, è intimo, scandito da un lento ritmo, con l’obiettivo di essere e voler toccare tanti temi, tra cui le malattie mentali, il razzismo e l’amore, ma anche il cinema che viene espresso da Mendes in maniera quasi velata come sfondo alla storia, finendo dunque per perdere la sua strada narrativa e diventando confuso negli intenti.