The Whale (2022): Recensione

The Whale (2022): Recensione

The Whale, recensione del film diretto da Darren Aronofsky tratta dall'omonima opera teatrale. Uscito nelle sale statunitensi il 9 Dicembre 2022.

VOTO MALATI DI CINEMA 8.5 out of 10 stars (8,5 / 10)

Il protagonista del film è Charlie, archetipo dell’antieroe contemporaneo.
Un uomo alla deriva, che vacilla tra la personificazione del male -insensato- racchiuso in Moby Dick e la sublimazione di sentimenti nuovi, puri, cristallini e filosofici.
Charlie è uomo, padre, insegnante di letteratura, ateo, vedovo, obeso.

Noi facciamo la sua conoscenza per mezzo di una telecamera.
Nello specifico attraverso una fessura in 4:3 che entra nelle sue mura domestiche, lo spia, lo segue, cattura la sua intimità e la sua vita interiore.
La scelta della soluzione quadrata, riapparsa numerose volte sui grandi schermi dell’ultimo anno, non è casuale: buca la privacy, si concentra sull’essenziale, è profonda, mirata.
Attraverso questa finestra che affaccia nella casa e nella vita di Charlie, noi sveliamo piano a piano i suoi segreti vagando per le stanze, aprendo le porte chiuse e sbirciando nella grande libreria.

Così come noi, anche gli altri personaggi che compongono la vicenda entrano dalla porta: l’intera pellicola si svolge al suo interno, tutte le persone coinvolte vi si recano con sentimenti e aspettative contrastanti, come chi va a scrutare una balena arenata sulla spiaggia della propria città con vista mare.

E ciò che troviamo è una creatura incagliata e alla deriva, ma contraddistinta dal canto e dalla voce degne di una sirena. I dialoghi ci ipnotizzano: impeccabili, profondi, sinceri, possono persino rivelarsi sprezzanti e cattivi, ma mai vuoti o da destinare al vento.
Inoltre le lezioni di Charlie e i suoi incontri con Ellie sono l’occasione giusta per rievocare giganti della letteratura americana come Herman Melville e Walt Whitman con il suo “Canto di me stesso”.

Nulla è lasciato al caso o superfluo, tutto è essenziale a raggiungere la verità.
Quella di Aronofski e di Charlie è una verità intesa come autenticità: schiettezza e non bontà, spontaneità e non esattezza, potenza e non compassione.
Una contemporanea caccia alla balena bianca, in cui la balena è la complessità della vita, è chi tocca il fondo e non ha paura di raschiarlo in un ultimo disperato tentativo di riconciliazione prima della fine.

I personaggi si possono contare nel palmo d’una mano: pochi ma rigorosi.
Il cast è equilibrato, fatto su misura del sentimento di cui si fa espressione: entra in punta di piedi o esce sbattendo la porta. E a proposito di interpretazioni: Charlie è un Brendan Fraser immenso, epico, senza tempo, giustamente candidato all’Oscar come miglior attore protagonista.
E noi questa vittoria gliela auguriamo, per aver dato forma a un uomo memorabile, vestito di un costume che ci resta attaccato alla pelle.

Il nostro consiglio è di correre nelle sale e recuperare questa pellicola appassionata, in attesa della notte degli Oscar.

the whale