Conferenza Stampa Un Matrimonio Mostruoso, di Volfango De Biasi
Conferenza Stampa Un Matrimonio Mostruoso, di Volfango De Biasi
Conferenza stampa del film Un matrimonio mostruoso, diretto da Volfango De Biasi. Nelle sale dal 21 Giugno 2023.
Il 16 giugno 2023, presso il Cinema Adriano in Roma, la redazione di Malati di Cinema, dopo la proiezione della pellicola Un Matrimonio Mostruoso, diretto da Volfango De Biasi e in uscita nelle sale il prossimo 21 giugno 2023, ha presieduto alla Conferenza Stampa , per la quale era presente il cast, composto da Cristiano Caccamo (Adalberto), Ilaria Spada (Stella), Maurizio Mattioli (Glauco), Massimo Ghini (Conte Vladimiro), Ricky Memphis (Remo), Paola Minaccioni (Brunilde), Emanuela Rei ( Luana), Vincenzo Sebastiano (Ivano), Sara Ciocco, Elisa Di Eusanio, il regista Volfango De Biasi e Federica Lucisano per la Produzione.
Malati di Cinema ha voluto condividere con voi lettori i punti salienti di questo piacevole incontro.
Benvenuti alla Conferenza Stampa del film Un Matrimonio Mostruoso, che uscirà il 21 giugno al cinema. Vado a presentarvi i tanti ospiti che sono qui sul palco quest’oggi, partendo con lo sceneggiatore e regista Volfango De Biasi; per il cast abbiamo Sara Ciocca, Vincenzo Sebastiani, Elisa Di Eusanio, Cristiano Caccamo, Emanuela Rei, Maurizio Mattioli, Ricky Memphis, Ilaria Spada, Paola Minaccioni e Massimo Ghini. Per la produzione è presente Federica Lucisano.
Si torna in sala con un secondo nuovo capitolo di avventure mostruose; chiederei subito a Volfango di raccontarci qualcosa sul suo percorso.
Volfango De Biasi: il primo di questo percorso andò abbastanza bene in sala, ma soprattutto nei suoi passaggi televisivi, perché purtroppo eravamo sotto pandemia. Dal primo film che parlava di famiglie mostruose e anche quelle umane ancora più mostruose, esce un seguito e quindi eccoci di nuovo qua, insieme ad Alessandro Bencivenni, Michela Andreozzi e Filippo Bologna, insieme ai quali ho scritto il secondo capitolo. Speriamo di far divertire il pubblico,anche più della prima volta.
Dal punto di vista produttivo, rivolgo la domanda a Federica Lucisano; questo è un momento importante per quanto riguarda il ritorno nelle sale.
Federica Lucisano: ovviamente siamo contenti di partecipare all’iniziativa Cinema Revolution, fatta da tutta la filiera dell’audiovisivo compreso il MIC, per poter portare le persone al cinema in estate. È stata fatta una bellissima pianificazione di film, sia internazionali che italiani e su questi ultimi ci sarà un contributo di tre euro per il prezzo del biglietto; quindi l’incentivo da parte del Ministero per andare a vedere i film italiani è stato molto importante. Questo tra l’altro ci rende ottimisti e chiaramente partecipiamo a questa sperimentazione facendo un po’ da cavie, perché è il primo anno che vede la luce questo progetto; d’altra parte siamo molto fiduciosi se pensiamo che nel 2019, quando fu fatta una pianificazione estiva di film importanti i risultati si videro, anche se naturalmente ci ha bloccato la pandemia, ma adesso abbiamo ripreso un po’ le fila di quello che sarebbe dovuto essere nel 2019, incrementando con questo grosso incentivo la visione per i film italiani. I segni vitali per la rinascita della commedia italiana ci sono e avendo molto amato il primo film di queste famiglie mostruose, siamo fiduciosi che con il solstizio d’estate la gente vada al cinema.
Voglio coinvolgere Massimo Ghini per la prima domanda al cast. In questo film, hai inserito nel tuo personaggio, secoli di saggezza; com’è andata per il ritorno del tuo nobile Conte Vladimiro?
Massimo Ghini: noi siamo stati il punto di partenza in questa storia; oggi è giusto che ci sia, come nel racconto del film, un allargamento del campo di gioco. Io ho avuto la responsabilità di rendere, come sempre in quarant’anni di cinema, credibile tutto il resto, ovvero la responsabilità di portarmi dietro il racconto iniziale. Quello che spero è che questa commedia, avendo una partenza estremamente intelligente rispetto a tante altre commedie, sia uno stimolo per portare le persone al cinema. Bisogna essere positivi da questo punto di vista e credere nell’idea che si ritorni ad avere fiducia nella vera commedia. Ovviamente, deve essere fatta bene, perché a volte tante commedie non sono state alla altezza della fiducia del pubblico ed è per questo che si è ricevuta un’accoglienza poco calorosa da parte della gente nei confronti di questo genere di cinema. La soluzione per coinvolgere il pubblico è fare bene le cose. Noi abbiamo continuato, il pubblico ci ha premiato alla prima uscita e quindi adesso aspetto di vedere quello che succederà con questo secondo capitolo.
Si dice spesso che molte crisi servono per ripartire e magari chissà che questa non sia l’occasione per la rinascita della commedia, di film fatti con maggiore attenzione e cura. Paola, raccontaci anche tu il tuo percorso nel film, il tuo personaggio sempre più altero, in questo ritorno secolare.
Paola Minaccioni: io sono subentrata in questa seconda tranche, quindi all’inizio è stato un po’ complicato, perché i primi giorni cercavo di inserirmi nel mio personaggio, in questa famiglia che aveva già preso piede nel primo film. Passati i primi momenti di smarrimento, mi sono assolutamente accomodata nelle vesti di questa bellissima strega, che affronta con leggerezza una delle fasi più delicate nella vita femminile, che in questo film si chiama la stregopausa, in cui noi donne perdiamo apparentemente ogni potere. In questo periodo della vita bisogna nascondere e avere paura di questa fase, ma ovviamente sono solo luoghi comuni. Mi sono molto divertita a trattare questa particolare condizione psicologica in cui la donna avrebbe bisogno di una persona fissa che la faccia sentire coccolata, perché nessuno racconta ciò che succede nel corpo di una donna. Adoro questo personaggio, frutto dell’amore e della cura di Volfango; questo film mescola tutti i generi dei grandi classici della commedia italiana unita al fantasy e questo per me è davvero un bellissimo progetto. Grazie.
Ilaria Spada, il tuo personaggio è sempre più astuto e duplice; ti intravediamo all’inizio anche in un secondo ruolo sorellesco. Com’è andata questa tua avventura?
Ilaria Spada: il mio personaggio è nato da una chiacchierata molto divertente con Volfango e gli sceneggiatori, che mi hanno concesso come con Paola, la libertà creativa di allargarmi. I personaggi erano già ben descritti e raccontati, chiaro che quando si indossa l’abito del proprio personaggio si comincia a fare delle proposte in merito, ma che sono state spesso accolte dal regista, che sa come mettere a proprio agio. Brunilde si evince dalla visione che ha un piglio un po’ mascolino, ispirata ad una donna moderna molto attuale, grintosa e vuole portare avanti gli affari di famiglia. Il mio personaggio in fondo è drammatico, perché si trova nella situazione di essere cresciuta senza una madre e con un padre, Glauco, interpretato da Maurizio Mattioli, che per portare i soldi a casa fa lo strozzino; non avendo altri termini di paragone questo genitore diventa il suo idolo e Stella si ispira completamente a lui, diventando a sua volta un po’ ruvida.
Maurizio, visto che Ilaria ti ha nominato, potresti raccontarci il tuo personaggio e il tuo rapporto con Stella, tua figlia?
Maurizio Mattioli: ho avuto il piacere di essere contattato dal Maestro De Biasi, con il quale non avevo mai lavorato e c’è subito stata sintonia tra di noi; mi sono divertito molto a fare Glauco, un personaggio un po’ sopra le righe e poi mi ha interessato subito la storia, dopo quello che avevo visto nel primo film. È stato paradossale, divertente, schiacciare per esempio le noci con una pistola! Ringrazio ancora Volfango, perché tra tante commedie che ho fatto in cinquant’anni, questa è forse la più copiosa e stimolante, che come in un gioco per bambini, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Grazie al Maestro e grazie di cuore alla Produzione.
A proposito di gioco, nel film troviamo un elemento romantico, rappresentato dal personaggio di Remo ovvero Ricky Memphis.
Ricky Memphis: sì, è vero; Glauco è un avvocato truffaldino ma tutto quello che fa è per amore di Stella. Sono felicissimo di aver fatto questo film particolare, anche perché è bello scardinare le vecchie abitudini riportando il pubblico in sala nel periodo estivo e qualcuno doveva pur iniziare.
In questo film, come abbiamo detto prima è presente l’elemento di gioco, che si vede anche nei rapporti tra i sessi con i due personaggi Adalberto e Luana, interpretati da Cristiano Caccamo ed Emanuela Rei, i quali raccontano il ribaltamento dei ruoli tradizionali, qui non più codificati, tra un uomo e una donna.
Cristiano Caccamo: i nostri due personaggi, la coppia Adalberto e Luana, li abbiamo lasciati alla fine del primo film, con due bambini appena nati e un inizio di crisi tra la coppia, per la gestione dei figli; in effetti rappresentiamo la classica dinamica da matrimonio, la tradizionale famiglia Italiana.
Emanuela Rei: È vero, ma è stato bellissimo soprattutto il fatto di lavorare tutti quanti insieme, anche se immagino che per Volfango non sia stato per niente facile gestirci tutti.
Elisa, raccontaci adesso il tuo personaggio dirompente. Come lo hai vissuto?
Elisa Di Eusanio: diciamo che il mio personaggio subisce costantemente il gioco dell’umiliazione. È divertente, perché a me piace pennellare di colori forti anche i personaggi circoscritti e con Volfango mi sono potuta spingere anche oltre il limite, correndo anche dei rischi; ma in commedia secondo me bisogna giocare e provarci, quindi mi sono divertita tantissimo a trovare questa caratterizzazione. Voglio ringraziare il gruppo perché per me è stato uno dei film più divertenti che abbia fatto. Era una festa continua e andare sul set felice di essere lì non è così scontato, portandosi poi a casa bellissimi rapporti, come io ho fatto con ognuno di loro. Penso che questo film sia il risultato di un grande gioco di squadra. Speriamo che il pubblico si possa divertire.
Parlando ancora di gioco e di amore, una domanda alla piccola Sara; perché nel film, tratti così male Vincenzo?
Sara Ciocca: è un male cinematografico, ma ovviamente non è affatto così; io e Vincenzo abbiamo avuto un dialogo stupendo sin dall’ inizio, è stato un compagno di viaggio ideale; quando si sta con qualcuno e ci si lavora bene, tutto diventa più sereno. Vincenzo ha sempre accolto le mie idee e mi ha restituito la sua spontaneità che è assolutamente singolare.
Vincenzo Sebastiani: anche per me è stato un piacere lavorare con Sara e ci siamo trovati subito bene insieme; già nel primo film il mio personaggio si era innamorato di lei, cercando ad ogni modo di farsi notare; anche in questo secondo capitolo cerco di fare lo stesso, rendendomi sempre più ridicolo con la speranza che, alla fine, questo amore verrà in qualche modo ricambiato.
Far ridere credo sia il gesto più altruistico; nella commedia si deve rimanere impassibili, trasmettendo agli altri il buonumore e sta in questo la generosità. Quindi direi evviva la commedia e la leggerezza. Grazie a voi per essere stati qui e averci regalato questo film effervescente. Grazie!