Strade perdute è uno dei tanti viaggi onirici e complessi di David Lynch. Pellicola neo-noir del ‘97 con Bill Pullman e Patricia Arquette e l’immancabile colonna sonora dell’amico Angelo Badalamenti.
“Dick Laurent è morto”
Fred soffre di un disturbo mentale che lo rende spesso confuso e ansioso, dubita che la sua ragazza Renee lo tradisca e quando improvvisamente nella loro villa iniziano ad arrivare delle videocassette che li mostra in strani atteggiamenti l’uomo crolla. Fred si ritrova in carcere accusato di aver ucciso sua moglie, ma non ricorda nulla dell’accaduto. Un giorno nella cella in cui è detenuto non è più lui, al suo posto c’è Pete, un giovane meccanico. Da qui in poi seguiamo le vicende di Pete, un ragazzo ribelle che durante una delle sue scorribande incontra Alice, la sua futura moglie. Presto anche Pete inizierà a manifestare insicurezze e ansie, ricordandoci Fred.
“Sembravi tu, ma non eri tu..”
Strade perdute è un film stratificato di non facile lettura, contiene più storie e più personaggi chiave che si incastrano alla perfezione tra loro. Ci racconta la fragilità della mente umana facendoci dubitare della nostra, ci illude, ci fa riflettere e ci spiazza, anche attraverso un linguaggio visivo d’impatto. Un sogno che ci fa comprendere la realtà, realtà che non è una sola. Un incubo surreale e kafkiano che ci accompagna lungo la strada a folle velocità, ispirato anche a Vertigo di Alfred Hitchcock per la misteriosa dualità dei personaggi.