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VOTO MALATI DI CINEMA (5 / 10)
Presentato in concorso alla 80.ma Mostra del cinema di Venezia, Ferrari diretto da Michael Mann con protagonisti Adam Driver (nel ruolo di Enzo Ferrari) e Penelope Cruz (nel ruolo di Laura Ferrari), in uscita nelle sale italiane il 14 dicembre 2023.
Corse, corse e ancora corse. Perché questo film non mi ha travolto e portato via? Perché la scia del film House of Gucci aleggia sopra Ferrari?
Ferrari è ambientato nell’estate del 1957. Dietro lo spettacolo e il pericolo della Formula 1 degli anni ’50, l’ex pilota Enzo Ferrari è in crisi. La bancarotta perseguita l’azienda che lui e sua moglie Laura hanno costruito dal nulla dieci anni prima. Il loro tempestoso matrimonio lotta con il lutto per il loro unico figlio. Un solo obiettivo: vincere l’insidiosa corsa attraverso l’Italia, l’iconica Mille Miglia.
Ferrari purtroppo si divide in due film. Uno è un film di corse davvero mozzafiato che cattura visceralmente tutte le qualità intrinsecamente cinematografiche e affascinanti degli sport motoristici. Il secondo è un dramma interpersonale deludentemente attenuato, con una performance potente di Penelope Cruz ma stranamente priva di emozioni, invece, quella di Adam Driver che rende difficile appassionarsi a questo personaggio strano e profondamente egocentrico.
Un biopic vuoto che il veterano regista Michael Mann non riesce a far brillare. Qui Mann ha abbandonato ogni intenzione stilistica o narrativa, aspirando a intrecciare la vita professionale e quella familiare del leggendario pilota e uomo d’affari. Ma nessuno di questi due film nel film riesce a raggiungere la pienezza espressiva.
Ferrari è una corsa rumorosa che, però, non riesce ad emozionare, dove le sequenze delle corse hanno abbastanza energia e pericolo per aumentare la frequenza cardiaca, ma il resto del film lascia la figura di Enzo Ferrari abbandonata sul ciglio della strada, sconosciuta e perduta.
Un biopic pieno di stereotipi all’italiana, con una narrazione da manuale, che non rende giustizia a argomenti così ricchi.