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VOTO MALATI DI CINEMA (9 / 10)
Saltburn di Emerald Fennell ti travolge come un’onda potentissima, che tu lo voglia o meno. Sarà per le sue scene al di sopra delle righe, il bagno in vasca di Jacob Elordi o la danza finale di Barry Keoghan, fatto sta che per settimane non si è parlato di altro. Un film che merita tanto e no, non per la trama o le scene definite “disturbanti” dai più. Merita tanto per le interpretazioni degli attori: credibili, enigmatici e dirompenti da ogni aspetto. Un Jacob Elordi molto convincente nei panni di Felix, un ragazzo che dalla vita ha avuto tutto, popolarità, bellezza e tanta tantissima ricchezza. Un Barry Keoghan pazzesco nei panni di Oliver, un giovane insicuro, con alle spalle un passato difficile.
In poco tempo, nonostante le differenti vite, i due legano molto, a tal punto che Felix invita Oliver nella sua tenuta a Saltburn. Di lì a poco la situazione tracolla e una serie di tragici accadimenti colpisce la ricca famiglia. Basta poco per essere estromessi dal proprio castello dorato, specialmente se nella tua vita hai collezionato solo vizi e privilegi. Solo un’estate per stravolgere tutto. L’importante però, per chi vive nel lusso, è riuscire a mantenere il raziocinio, fingere di avere tutto sotto controllo anche quando il castello ti sta crollando addosso. Queste sono le vere scene disturbanti del film. Il vino rosso che trabocca dal bicchiere, la superficialità dei discorsi attorno ad un tavolo a seguito di una straziante tragedia. Grottesco è il bisogno incalzante di chiudere gli occhi per tenere stretta la cieca convinzione che vada tutto bene.
Il film di Emerald Fennell convince anche per le sue ambientazioni gotiche e la fotografia molto elegante, ricercata. La storia si svolge nel 2006, quando ancora una sigaretta tirava l’altra all’interno dei bar e il ritornello di Mr. Brightside era nelle orecchie di tutti. Subisce quindi il fascino di un tempo passato, ma del quale possiamo ancora sentirne il sapore. Nonostante tutti questi lati positivi, Saltburn non ha un’idea che definirei originale: la tematiche affrontate le ritroviamo in altri prodotti cinematografici, primo tra tutti Il talento di Mr. Ripley, ma anche Parasite e una scena in particolare mi ha ricordato molto Timothée Chalamet e la pesca in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Nel complesso il film mi è piaciuto molto, lo reputo interessante e ben costruito, ma non aggiunge nulla di nuovo.