Bones and All (2022): Recensione
Bones and All, recensione del film diretto da Luca Guadagnino con protagonisti Taylor Russell e Timothée Chalamet. Uscito nelle sale il 23 novembre 2022
VOTO MALATI DI CINEMA (6 / 10)
Luca Guadagnino torna al cinema con una nuova collaborazione col pupillo Timothée Chalamet, ma stavolta manca il bersaglio. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, narra la storia di Maren, adolescente alle prese con un lato di sé che aveva dimenticato: l’essere cannibale. Lungo il suo cammino incontrerà alcuni dei suoi simili, tra cui Lee, interpretato appunto da Timothée Chalamet, che la aiuterà a capire chi è, o meglio, cos’è.
Proprio questo però è uno dei punti del film che lascia più a desiderare. Maron infatti capisce le esigenze del proprio corpo senza mai chiedersi come mai ne necessiti, né lei né i vari comprimari tentano di trovare una spiegazione a questa loro natura, che poteva essere uno spunto interessante, ma il tutto viene accantonato per concentrarsi su una love story che non ha mordente, rendendo il film un road movie a tratti anche lento, con sprazzi di gore, seppur edulcorato, sparsi qui e là. La regia sicuramente non delude, già con Chiamami col tuo nome (2017) Guadagnino ci aveva abituati ad una fotografia dai colori avvolgenti e morbidi, dei movimenti di macchina delicati e qui, in particolare, troviamo anche un interessante utilizzo del sonoro che aiuta considerevolmente la messa in scena degli incubi che affliggono i protagonisti. Altro punto a favore è l’interpretazione di Taylor Russell, Maren appunto, che rende il suo personaggio convicente, reale, permettendo allo spettatore di avvicinarsi ad esso. Questo però non basta a colmare i difetti di scrittura relativi al suo personaggio come ai suoi comprimari; Lee sembra quasi avere un background forse più interessante di Maren, ma anche questo spunto viene lasciato in secondo piano, il suo passato viene rivelato ma rimaniamo comunque lì sulla poltrona a chiederci che tipo di persona sia il personaggio di Chalamet, perché agisce in un certo modo? Perché si innamora di Maren?
Questa domanda non trova risposta rendendo il centro dell’opera, la love story, vuota, e danneggiando, oltretutto, l’interpretazione dell’attore, alle prese con una parte alquanto scialba. Punta di diamante del cast è, però, Mark Rylance. Il suo Sully è viscido, inquietante, disturba lo spettatore, lo mette a disagio così come fa con Maren, ma anche qui: perché lo fa? Sembra quasi che il film abbia una scrittura di superficie, sotto cui però non si trovano delle fondamenta solide, cosa significa Bones and All? Cosa accade dopo di esso? Perché un cannibale non può fidarsi dei suoi simili? Tutte domande che ronzeranno in testa ad ogni spettatore e che non troveranno risposta. Nonostante il lavoro ineccepibile a livello tecnico il regista ci lascia con l’amaro in bocca, senza un’idea concreta di cosa abbiamo visto, lasciandoci perplessi e con una domanda in particolare che sormonta le altre: Guadagnino, cos’hai cercato di dirci?
Credit Photo: CNN