Carol (2015): Recensione

Carol (2015): Recensione

Carol: recensione del film diretto da Todd Haynes presentato al 68° festival di Cannes e uscito nelle sale italiane il 5 gennaio 2016.

VOTO MALATI DI CINEMA 9.5 out of 10 stars (9,5 / 10)

Il film, tratto dall’omonimo libro di Patricia Highsmith, racconta la storia d’amore tra Carol (Cate Blanchett), una donna matura ed affascinante alle prese con un difficile divorzio e in lotta per la custodia della figlia, e Therese, giovanissima ragazza aspirante fotografa alla ricerca del suo posto nel mondo. L’incontro casuale tra le due segnerà permanentemente le loro vite e se all’inizio sembra solo esserci una profonda amicizia, le cose con il tempo cambieranno fino ad arrivare ad un punto di non ritorno che le porterà ad interrogarsi sul chi sono realmente e prendere una posizione.

Haynes ha messo insieme i giusti ingredienti confezionando un ottimo prodotto, a partire dalla
scelta delle due protagoniste. La Blanchett e Mara sono perfette, i personaggi ben scritti vengono resi unici ed indimenticabili grazie a delle interpretazioni ineccepibili. Anche i comprimari Sarah Paulson e Kyle Chandler, nonostante il minutaggio ridotto sullo schermo, si fanno ricordare e diventano importantissimi ai fini narrativi. La prima, è una spalla su cui Carol (ma non solo) può sempre fare affidamento mentre il secondo è l’ostacolo perenne, quello che mette i bastoni tra le ruote alla (ex) moglie e al suo nuovo amore.
Siamo nella New York degli anni ’50 e se da una parte vediamo una società libera, che può sognare qualsiasi cosa e che sta rinascendo dopo la seconda guerra mondiale, dall’altra assistiamo alla relazione difficile tra due omosessuali in un periodo in cui le unioni gay erano considerate immorali e spesso non si poteva/riusciva ad essere se stessi.

Il periodo natalizio, momento in cui Carol è ambientato, racchiude i giorni più tristi ma allo stesso tempo più felici dell’anno e tutto questo lo possiamo trovare nella pellicola che, oltre al lato emotivo è coadiuvata da un reparto tecnico che ha centrato l’obiettivo. La fotografia, i costumi, le inquadrature e una colonna sonora da pelle d’oca fanno in modo che questo sia uno di quei film che rimane dentro lo spettatore e a cui si continua a pensare ancora dopo la fine della visione.
Ogni cosa è studiata e curata nei minimi dettagli ma il punto di forza è quello di raccontare una travagliata storia d’amore con una delicatezza e un tatto che non si vede così di frequente. Le
parole, poche e calibrate, giocano un ruolo importante ma ancora più spazio viene lasciato ai gesti e agli sguardi che spesso raccontano più di mille discorsi. Interessante è l’ambientare molte scene su un’automobile per mostrare il viaggio sia fisico ma anche personale delle due donne che utilizzano anche i finestrini come lente per il mondo esterno e per guardarsi dentro.
Carol è uno di quei film da guardare almeno una volta nella vita per regalarsi quella magia che solo il grande schermo può offrire.

Buona visione!