Passages (2023): Recensione

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Passages (2023): Recensione

Passages, recensione del film diretto da Ira Sachs. Nelle sale italiane dal 17 Agosto 2023.

VOTO MALATI DI CINEMA 9 out of 10 stars (9 / 10)

Nella scena iniziale siamo proiettati su un set cinematografico dove il protagonista Tomas dirige con rigore e precisione maniacale la sua troupe affinché il risultato sia esattamente quello che ha in mente senza sbavature e incertezze.

Tomas è abituato ad essere così direttivo anche nella sua vita privata. Sposato con Martin, un artista inglese riservato e delicato, non esita ad intraprendere contemporaneamente anche una relazione con una donna libera e spregiudicata.

Per lui potrebbe essere una relazione aperta e si potrebbe vivere bene anche all’interno di questo triangolo perché entrambi i partners lo stimolano e lo completano ma purtroppo la vita vera è distante dalla sua rappresentazione ideale. Agathe e Martin non sono attori che interpretano il ruolo che vorrebbe per loro il regista Tomas. Sono entrambi innamorati della stessa persona che non sembra essere in grado di provare lo stesso trasporto affettivo ma è solo in balia di una brama di possesso al pari di un bambino viziato che vorrebbe per sè tutti i giocattoli che più gli piacciono e lo divertono.

Giocare con i sentimenti non può che essere foriero di guai. La gravidanza non voluta ma ben accettata da Agathe potrebbe essere lo sprone per imprimere alla vita dei protagonisti una precisa e chiara direzione. Ma non sarà cosi. Ancora una volta un essere umano non ancora nato viene strumentalizzato per cercare di tenere in piedi questa triade che soddisfa solo l’egoismo di Tomas senza comprendere che arreca ingenti sofferenze agli altri due amanti che per un lungo tempo subiscono cercando di redimerlo.

L’occasione per diventare una grande famiglia si scontra con la normalità di una donna, potenziale madre di suo figlio, che non può acconsentire ad essere messa da parte. Anche il marito capisce che è tutto in funzione del disegno perverso di Tomas quello di far credere che un altro tipo di visione dell’amore sia possibile. Rimane una splendida sequenza finale di un giovane uomo (Tomas) che viene rifiutato da entrambi gli amori della sua vita che non ha saputo proteggere e coltivare. In sella alla sua bici attraversa una città, sfavillante di luci in un tramonto struggente, consapevole che nella vita vera non si può fuggire dalle situazioni scomode, intraprendere percorsi antitetici e ritornare sui propri passi in una perenne altalena fra posizioni diverse e agli antipodi. Il regista fa muovere i personaggi in modo naturale, li coglie in situazioni di vita vera e reale che non appare mai forzata o costruita, è abile nelle varie scene intime a non scadere mai nella volgarità.

Passages è un film che parla di amore, possesso, passione, erotismo con una grazie e una levità fuori dal comune e lo rendono estremamente raffinato e autentico.